Il prestito d’uso in oro rappresenta una forma di finanziamento per mezzo della quale l’operatore del settore, in questo caso colui che commercializza o trasforma l’oro, riceve materialmente una certa quantità d’oro fino (lingotti o barre) che impiega all’interno del processo di produzione. Lo scopo di tale prestito sta nell’opportunità di fornire all’operatore la materia prima senza che questi debba immediatamente sborsare un grosso corrispettivo in denaro.
In virtù del prestito, il prenditore pagherà soltanto gli interessi in via posticipata alla scadenza del trimestre solare al quale ci si riferisce. L’oro rimane di proprietà della Banza e viene consegnato con la semplice emissione di un documento di trasporto. Poiché non si verifica il trasferimento della proprietà, la Banca non procede alla fatturazione. La fattura, infatti, viene emessa soltanto nel momento in cui il prenditore decide di estinguere il prestito scegliendo la possibilità di acquistare l’oro anziché procedere alla sua restituzione fisica, sia nella stessa quantità che finezza originaria. L’operatore che vuole usufruire di tale agevolazione dovrà pertanto godere di una specifica linea di credito, apposita per la tipologia prevista e potrà ricevere il metallo in prestito fino alla concorrenza del fido che è stato accordato.
Uno dei primi istituti in Italia, attivo in merito all’operatività ed intermediazioni di oro e argento destinati alla produzione industriale è Banca Popolare di Vicenza, che mette a disposizione degli imprenditori operanti nel settore delle proposte specifiche e personalizzate.Banca Popolare di Vicenza offre anche alle aziende argentiere le stesse opportunità che sono utilizzate già da tempo dalle imprese orafe. Le imprese argentiere possono trattare in maniera diretta con la Banca sia le operazioni di acquisto che di prestito nella forma del prestito d’uso con vantaggi che sono sia economici che operativi. Ciò perché la Banca non richiede più il rilascio della garanzia a favore del fornitore estero, eliminando così il costo relativo. Inoltre, la banca non richiede più nemmeno la ritenuta fiscale del 12,50% sugli interessi corrisposti all’estero. La Banca dispone di un proprio deposito a Vicenza e quindi non esiste più un quantitativo minimo che in precedenza era invece richiesto, sia per l’acquisto che per il prestito.
Inoltre è anche concessa la possibilità di concludere contratti di acquisto o anche di vendita a termine, tramite il Conto metallo argento. Interessante è invece l’annuncio fatto poi dagli Stati Generali dell’oreficeria che ha avuto luogo nei locali della Camera di Commercio di Arezzo. Parliamo di una proposta che prevede lo scambio di cinque chili d’oro per ogni nuovo dipendente. In poche parole parliamo di credito in cambio di occupazione, secondo il cuore del protocollo tra Regione, Consulta orafa e associazioni di categoria. Parliamo di 150 i posti di lavoro opzionati, che potranno poi arrivare anche a 300 entro la fine dell’anno.
La Regione darà una garanzia gratuita alle imprese per mezzo della quale si potrà ottenere dalle banche un prestito d’uso o un mutuo in oro per l’acquisto del metallo prezioso. Le aziende, poi, in cambio si impegnano ad assumere per ogni 5 chili di oro che sia stato acquistato. Parliamo di un massimo di 15 kg per 3 nuovi dipendenti. Il prestito d’uso avrà una durata di 18 mesi, con mutuo in oro di 5 anni. Inoltre, per l’80% sarà garantito dalla Regione.